Il cappotto termico

Il cappotto termico

Il cappotto termico (conosciuto anche come isolamento a cappotto) è una delle soluzioni adottate in edilizia per rendere più efficace l’isolamento termico. Contribuisce a migliorare il comfort abitativo e il risparmio energetico. Questa tecnica prevede una serie di strati isolanti che possono essere applicati all’interno e all’esterno dell’edificio. In questo modo mantiene temperature adeguate in inverno e impedisce al sole di irradiare calore all’interno in estate. Esistono due tipologie di cappotto termico: esterno e interno.

Il cappotto termico esterno è molto diffuso ed è adatto come intervento sia per edifici di piccole dimensioni come le ville che per quelli più grandi come i condomini. Garantisce un maggiore isolamento termico, contrastando la formazione di muffe e riducendo i ponti termici, ovvero quelle zone fredde dovute a discontinuità costruttive.

Il cappotto termico interno prevede l’applicazione di pannelli isolanti sulle pareti interne. Sono più sottili di quelli esterni: in questo modo, i volumi e gli spazi interni non vengono ridotti in modo significativo. È un’opzione particolarmente valida per le strutture urbane per le quali è difficile intervenire sulle pareti esterne.

Quali sono i vantaggi del cappotto termico

Il cappotto termico presenta una serie di vantaggi prestazionali, economici ed estetico-ambientali. Per quanto riguarda le prestazioni, il sistema di isolamento termico è continuo e costante su tutta la facciata, senza interruzioni in corrispondenza di solette e pilastri che possano generare la formazione di ponti termici. Garantisce una stabilizzazione termica della muratura esterna e riduce gli effetti causati sulle strutture e sulle superfici murali da variazioni rapide o significative della temperatura esterna. Inoltre elimina il problema della formazione di muffe e condense all’interno dell’edificio.

I vantaggi economici del cappotto termico includono una riduzione dei costi energetici per il riscaldamento domestico che, negli edifici più vecchi, può arrivare fino al 40%, e un investimento economico che si ammortizza in 4-6 anni. In più aggiunge valore all’immobile poiché la classe energetica misura la qualità energetica dell’edificio. Infine i vantaggi estetici e ambientali: c’è la disponibilità di un’ampia gamma di finiture e colori in grado di soddisfare ogni esigenza oltre che la riduzione delle emissioni di gas nell’aria grazie al minor fabbisogno energetico dell’edificio.

Quali materiali scegliere per il cappotto termico

La scelta del materiale per il cappotto termico deve tenere conto:

-della densità del materiale, che influenza l’inerzia termica della parete. In questo caso è preferibile optare per isolanti con una densità elevata, maggiore a 130kg/mc;

-conducibilità termica, che è la capacità del materiale di trasmettere calore (maggiore è il suo valore e meno isolante risulterà il materiale).

Esistono in commercio rivestimenti termici in materiali naturali, minerali e sintetici. Tra questi ultimi troviamo il polistirene espanso e il PVC. Sono sicuramente i più economici, anche perché più reperibili. D’altro canto sono leggeri e con una minore inerzia termica. Devono essere sottoposti a specifici trattamenti ignifughi altrimenti sarebbero molto pericolosi in caso di incendio.

Tra i materiali di origine minerale troviamo la lana di roccia e la lana di vetro. Sono elementi di alta qualità (grazie alla loro capacità fonoassorbente), più costosi e con tempi di lavorazione più lunghi. Ma sono anche durevoli, biodegradabili e ignifughi.

 

Con un occhio di riguardo all’ambiente, i rivestimenti in materiali naturali offrono soluzioni interessanti: lana di pecora, cellulosa, sughero e fibra di legno. Sono applicati nell’edilizia sostenibile e le loro prestazioni derivano dalle loro intrinseche proprietà naturali. Resistono all’umidità e sono riciclabili, oltre che atossici. La scelta del materiale per il cappotto termico dipende dalle specifiche esigenze del progetto e dalle prestazioni richieste.

 

Quanto dura il cappotto termico

La durata di un cappotto termico dipende da diversi fattori, tra cui la qualità dei materiali utilizzati, l’installazione corretta e la manutenzione adeguata nel tempo. In generale, si può considerare che un cappotto termico ben realizzato abbia una durata di diversi decenni, fino a 40-50 anni. Si tratta, quindi, di un investimento a lungo termine che consente di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio per molti anni.

I fattori più importanti per garantire una durata sufficientemente lunga sono:

-la progettazione, che deve essere affidata a professionisti competenti e qualificati; -l’installazione, che richiede l’abilità di professionisti esperti e dotati di un adeguato know-how;

-la qualità del materiale, che è legata alle necessarie certificazioni e garanzie;

-un’adeguata manutenzione per contrastare l’invecchiamento dei materiali.

 

Quando non serve il cappotto termico

L’applicazione del cappotto è sconsigliata in caso di problemi strutturali preesistenti, che andrebbero ad inficiare il risparmio energetico e la stessa durata dei pannelli. Ad esempio è possibile che si verifichino problemi di condensa che peggiorerebbero la situazione di umidità in casa, provocando la formazione di pericolose muffe. È per questo motivo che la consulenza di un esperto si rivela la soluzione migliore per poter decidere in tranquillità se affrontare o meno questa spesa per rendere più efficiente la propria abitazione dal punto di vista energetico.

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