Affitti brevi. Pro e contro per ospiti e host privati

Affitti brevi. Pro e contro per ospiti e host privati

Durante la chiusura delle tradizionali strutture recettive, affittare una stanza o un appartamento per pochi giorni, è stata una necessità per molti italiani che dovevano spostarsi e soggiornare in sicurezza lontano da casa.

Col ritorno alla graduale normalità, chi non possiede una casa al mare, o in montagna e che fino a qualche anno fa preferiva alloggiare in un comodo albergo e magari con formula all inclusive a costi accessibili, ha cominciato o continuato a scegliere la locazione di breve durata in residences o appartamenti gestiti da proprietari privati, più economici, comodi e pratici, soprattutto per le famiglie con bambini piccoli.

Infatti, questa soluzione permette di soggiornare in appartamenti nel centro di piccoli borghi, ma anche in antichi palazzi delle grandi città, o in graziose ville immerse nel verde e dotate a volte, di grandi balconi/terrazzi, o piccoli giardini attrezzati.

Inoltre, l’immobile residenziale a locazione breve, gestito da un host privato, così come le strutture alberghiere, deve rispettare le stesse norme relative all’igiene e alla sicurezza e, per quanto non preveda una serie di servizi offerti da queste ultime, garantisce comunque, comfort, privacy, ma anche più flessibilità per prenotazioni/cancellazioni e orari di check-in/check-out differenti; e soprattutto, permette di vivere in modo meno formale, familiare e soprattutto libero, il periodo di vacanze..

D’altronde, per quanto possa essere piccolo un appartamentino, sarà sempre più grande di una camera standard di un hotel.

A tale proposito, bisogna precisare che le disposizioni normative a riguardo, richiedono a tutela della salute degli ospiti, che l’immobile ad affitto breve sia agibile, con soffitto alto almeno 2,70 m; che abbia una superficie di minimo 28 mq per ospitare una persona, 38 mq per due persone e dotato di finestre.

Questa nuova formula di locazione piace anche ai proprietari privati di immobili poiché, per quanto non garantisca una entrata costante, permette di fissare un prezzo d’affitto più alto in proporzione ad una locazione ordinaria, di monetizzare subito, in sicurezza e di poter disporre del proprio immobile senza il rischio di dover gestire eventuali inadempienze contrattuali di un inquilino stabile.

L’affitto breve residenziale, per quanto già regolamentato è stato integrato dal Provvedimento n. 86984/2022, che a partire dal 1° gennaio 2023 prevede una novità importante e cioè la comunicazione obbligatoria e non più facoltativa dei dati relativi alla locazione di breve durata (massimo 30 giorni) all’Agenzia delle Entrate da parte del proprietario privato e da eventuali intermediari.

La comunicazione per via telematica deve essere trasmessa entro il 30 giugno dell’anno successivo alla stipula del contratto, con conseguente sanzioni pecunarie in caso di omissione.

I dati che deve contenere la comunicazione sono:

 

  • dati catastali dell’immobile, che deve rientrare tra la cat A1 fino alla A11, esclusa la categoria A10 (uffici e studi privati)
  • indirizzo dell’immobile
  • data e durata del contratto. Si ricorda le gli affitti brevi non possono essere superiori ai 30 giorni
  • nome e cognome dell’affittuario
  • codice fiscale
  • l’importo lordo del corrispettivo.

 

Si ricorda infine, che l’affitto breve di un immobile pur essendo un’attività lucrativa, non obbliga all’apertura della p.iva da parte di privati, a meno che non si tratti di una vera e propria gestione imprenditoriale di immobili. Ciononostante si è tenuto agli adempimenti fiscali in fase di dichiarazione dei redditi e del versamento delle relative imposte.

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